C’era una volta il curriculum di Andrej Longo…
Andrej Longo non ama parlare molto di sé. A lui piace ascoltare soprattutto i racconti degli altri e quello che pensano della vita.
In ogni caso per voi ragazzi farà un’eccezione.
Lui è nato a Ischia e lì per molto tempo ha vissuto. A 12 anni ha scoperto che leggere libri era una cosa meravigliosa. A 13 ha imparato a giocare a scacchi. Dai 14 ai 17 anni se n’è andato in giro per l’Italia con la tenda e il sacco a pelo per fare tornei di scacchi. D’estate ha spesso lavorato a Ischia con il turismo: istruttore di windsurd, bagnino, cameriere, agenzie di viaggio, animatore, eccetera. Ha fatto studi un po’ confusi che sono terminati con la laurea al Dams. Poi ha seguito corsi di regia, di cinema e di sceneggiatura e da lì a poco ha cominciato a scrivere per la radio e per il teatro. Più raramente per il cinema.
Ha vinto qualche premio.
Ma il suo sogno era scrivere romanzi. Era una cosa che immaginava sin da ragazzo.
Per scrivere romanzi bisognava però scrivere molte cose inutili così da guadagnare dei soldi e avere poi il tempo per scrivere romanzi.
A un certo punto della vita ha deciso che avrebbe scritto solo quello che gli piaceva. Così ha imparato un altro lavoro, il pizzaiolo. Ha scelto questo lavoro perchè gli piaceva l’odore delle cucine e questi uomini vestiti di bianco che sembravano un po’ maghi e un po’ dottori. Guarda caso, appena ha cominciato a guadagnare qualcosa con le pizze gli hanno pubblicato il primo libro, Più O MENO ALLE TRE (Meridiano Zero). Subito dopo ha scritto ADELANTE (Rizzoli). Nel 2007 ha pubblicato DIECI con Adelphi. Il libro ha avuto un bel successo ed è stato tradotto all’estero in molti paesi. A quel punto, visto che con la scrittura cominciava a guadagnare anche dei soldi, ha deciso che tanto valeva fare solo lo scrittore. Ha scritto così CHI HA UCCISO SARAH? e LU CAMPO DI GIRASOLI, pubblicato sempre da Adelphi a giugno.
Lui comunque dice che scrivere non è un lavoro vero, perchè lui scriverebbe ugualmente se con le sue storie non guadagnasse un euro. Però dice anche che la scrittura è una cosa seria e bisogna farlo con serietà, onestà e passione.
Che poi alla stessa maniera bisognerebbe vivere.
Questo almeno dice lui.